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Brexit Previsioni Regno Unito, Europa e USA

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view post Posted on 16/7/2016, 14:58     +1   -1
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Previsioni Regno Unito - Un aggiornamento



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L'economia britannica entrerà probabilmente in una breve e contenuta recessione tecnica
A seguito del voto per l'uscita dall'Unione Europea, il Regno Unito sarà potenzialmente esposto a un periodo prolungato di elevata incertezza politica ed economica. In tale contesto, le aziende rimanderanno le decisioni d'investimento, gli asset rischiosi britannici si svaluteranno inasprendo le condizioni finanziarie e le famiglie potrebbero posticipare i consumi; tutto ciò ridurrà la domanda aggregata. È inoltre probabile che il prodotto potenziale dell'economia diminuisca a causa di minori investimenti e di turbative negli interscambi commerciali.

Abbiamo di conseguenza rivisto nettamente al ribasso le nostre previsioni per la crescita del Pil del Regno Unito all'1,4% nel 2016 (precedente stima: 1,9%) e allo 0,0% nel 2017 (precedente: 2,1%). Più in particolare, riteniamo che la crescita si azzererà nel terzo trimestre e seguiranno poi due trimestri di crescita negativa a partire dal quarto trimestre 2016. Nel nostro scenario di base, l'incertezza comincerà ad allentarsi nella primavera del 2017 e la crescita trimestrale tornerà a essere positiva (ma inferiore alla media tendenziale) per il resto dell'anno. Un deprezzamento piuttosto forte della sterlina spingerà l'inflazione verso il 3% entro fine 2017, obbligando la Bank of England (BoE) a dover scegliere un compromesso tra maggiore inflazione da un lato e minore crescita dall'altro. Dato che le aspettative d'inflazione restano moderate, ci attendiamo che la BoE tagli il Bank Rate di 25pb in agosto e poi di nuovo a dicembre per fornire sostegno all'economia. Nel nostro scenario di base, la BoE non taglierà più il Bank Rate una volta raggiunto lo zero e non riavvierà il suo programma di acquisto di titoli.

Queste previsioni hanno un grado considerevole di incertezza, in parte perché la situazione politica è in quotidiana evoluzione. Dopo la decisione di David Cameron di dimettersi da leader del Partito Conservatore e primo ministro, l'annuncio del nuovo leader è previsto per il 9 settembre. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane dovrebbe esserci maggiore chiarezza su quali siano le intenzioni dei cinque candidati conservatori (Theresa May, Michael Gove, Stephen Crabb, Andrea Leadsom e Liam Fox) per quanto riguarda i termini e le condizioni dell'uscita del Regno Unito dall'UE. Questo sarà un nodo cruciale, da cui dipende molte delle altre fonti d'incertezza (tra cui la possibilità di elezioni anticipate, la relazione futura del Regno Unito con l'UE e la probabilità dell'indipendenza scozzese). Riteniamo che, indipendentemente da chi vinca la leadership conservatrice, il nuovo primo ministro e il parlamento britannico rispetteranno la volontà democratica del popolo e avvieranno entro fine anno la procedura di uscita dall'UE con l'attivazione dell'Articolo 50 del Trattato di Lisbona; il solo modo legale per lasciare l'UE. Il Regno Unito avrà quindi due anni per negoziare un accordo di recesso con i restanti 27 Stati membri dell'UE.

Negli ultimi giorni, le possibilità che il Regno Unito tenti di mantenere l'accesso al mercato unico europeo (come membro dello Spazio economico europeo (SEE)) sono aumentate. Diversi parlamentari conservatori di spicco ne hanno sottolineato l'importanza per unificare il partito (ed evitare elezioni anticipate). Inoltre, -Boris Johnson, uno dei leader della campagna "Leave" e il favorito per la leadership conservatrice, ha annunciato tra lo shock generale che non si candiderà alla guida del partito. Lascia così la posizione di testa nella corsa per la successione di David Cameron a Theresa May, che ha appoggiato la campagna per la permanenza nell'UE. Questo è uno sviluppo cruciale per due motivi. In primo luogo, il mantenimento dell'accesso al mercato unico comporterebbe minori danni all'economia britannica nella uscita dall'UE. In secondo luogo, eviterebbe negoziati lunghi e complessi per un nuovo accordo di libero scambio (ad esempio, l'accordo UE-Canada è stato concluso dopo sette anni di negoziati), dato che l'appartenenza allo SEE è un'opzione disponibile già "preconfezionata". La questione più problematica riguarda il fatto che la campagna pro-Brexit è stata fondata sul tema della limitazione della libertà di circolazione, ma l'UE ha esplicitato chiaramente che l'accesso al mercato unico e la libera circolazione delle persone sono inscindibili.

A nostro avviso, un compromesso potrebbe essere raggiunto in un secondo tempo, quando le acque si saranno calmate, con un passo indietro da parte del Regno Unito sulla libera circolazione delle persone e l'accettazione dell'opzione "norvegese". Un'alternativa è una vittoria britannica su alcune misure (in larga parte simboliche) per la restrizione della libertà di circolazione (cosiddetta opzione "Norvegia più").

Area euro
Previsioni per il Pil 2017 riviste dall'1,6% all'1,0%. Un'estensione del QE sembra probabile
Nella zona euro, abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni per il Pil dall'1,7% all'1,6% nel 2016 e dall'1,6% all'1,0% nel 2017. L'incertezza di queste stime è particolarmente elevata. Le ripercussioni della Brexit si materializzeranno tramite il canale degli scambi commerciali, dei mercati finanziari e della fiducia. L'esposizione commerciale diretta al Regno Unito tende a essere più elevata nei mercati core, mentre i paesi periferici dell'area sono più vulnerabili all'aumento dell'incertezza nei mercati finanziari. Riteniamo che la maggior parte dello shock di crescita si farà sentire verso fine anno, quando prevediamo un rallentamento del ritmo di espansione del Pil a un tasso annualizzato di 0,6-0,8%, cui seguirà un'accelerazione sopra l'1% nel secondo semestre 2017. La seguente tabella mostra le nostre nuove previsioni di crescita per paese.

Una minore crescita intaccherà il profilo dell'inflazione core. La revisione delle previsioni in questo caso è minima, dell'ordine di 0,15pp, ma è sufficiente a lasciare il trend piuttosto piatto a circa l'1% per tutto il 2017. La nostra previsione per l'inflazione headline resta allo 0,2% per quest'anno e scende all'1,2% nel 2017 (precedente: 1,3%).

La BCE può per il momento permettersi una posizione di attesa, ma si tiene pronta a contrastare qualsiasi irrigidimento ingiustificato delle condizioni finanziarie e qualsiasi danno al meccanismo di trasmissione della politica monetaria. La combinazione di minore crescita, inflazione leggermente più bassa e maggiori rischi per la stabilità finanziaria convincerà probabilmente il Consiglio direttivo della BCE a estendere il QE di sei mesi fino a settembre 2017. Se evoluzioni di mercato negative inizieranno a porre una chiara minaccia alla stabilità dei prezzi, la BCE non esiterà ad accrescere le misure di stimolo, anche tramite l'inclusione di obbligazioni finanziare senior nel suo programma di acquisto di titoli. Il mercato si aspetta un taglio del tasso depo, tuttavia riteniamo che gli effetti collaterali potrebbero annullare i benefici. Secondo alcune indiscrezioni l'Eurotower potrebbe decidere di alterare la struttura del suo programma di QE basato sulle quote di partecipazione al capitale della BCE per contrastare la contrazione dei titoli ammessi al programma dopo il voto per la Brexit. Dato che tale decisione potrebbe rivelarsi controversa, riteniamo che una ricalibrazione delle quote di partecipazione dovrebbe riflettere puramente considerazioni tecniche - la carenza di titoli tedeschi - e non essere vista come un aiuto ai paesi indebitati. Pertanto, almeno inizialmente, ci aspetteremmo una riduzione della quota tedesca con un corrispondente aumento proporzionale delle quote di partecipazione di tutti gli altri paesi.

Stati Uniti
La Brexit ha un impatto limitato sulla crescita, ma rende la Fed più cauta
Gli Stati Uniti sono relativamente meno esposti rispetto alla zona euro alle ripercussioni del voto britannico per l'uscita dall'UE. Stimiamo che l'irrigidimento delle condizioni finanziarie statunitensi ridurrà la crescita del Pil di circa 0,25pp-0,5pp portando la nostra previsione per il 2017 a circa il 2,0%. A causa delle più deboli prospettive di crescita, la Fed potrebbe optare per un solo rialzo dei tassi a dicembre 2016, mantenendo la politica monetaria agli attuali livelli per tutto l'anno. Inoltre, ci attendiamo per ora solo due rialzi dei tassi nel 2017, rispetto ai tre previsti.


fonte: http://www.investimenti.unicredit.it/tlab2...ign=post_brexit
 
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view post Posted on 16/8/2016, 16:33     +1   -1
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Effetto Brexit: sterlina ai minimi e sotto attacco degli hedge funds





L’economia della Gran Bretagna è vista in frenata a quasi due mesi dal referendum del 23 giugno. In settimana arrivano i dati su inflazione, disoccupazione, vendite al dettaglio e finanza pubblica. Gli speculatori scommettono che il pound arrivi alla parità con l’euro entro 18 mesiEffetto Brexit: sterlina ai minimi e sotto attacco degli hedge funds
L’economia della Gran Bretagna è vista in frenata a quasi due mesi dal referendum del 23 giugno. In settimana arrivano i dati su inflazione, disoccupazione, vendite al dettaglio e finanza pubblica. Gli speculatori scommettono che il pound arrivi alla parità con l’euro entro 18 mesi

Che strada ha preso l’economia della Gran Bretagna a quasi due mesi dalla Brexit? I primi effetti cominciano a farsi già vedere, e ancora non si sa né quando cominceranno i tavoli di trattativa con la Ue per la separazione, né quando finiranno: domenica il Sunday Times ipotizzava verso la fine del 2019. Da martedì 16 cominciano ad arrivare i primi dati macroeconomici relativi a luglio e si capirà come i consumatori, le imprese e le finanze pubbliche hanno reagito al voto del 23 giugno. Le attese degli analisti sono per un calo già rilevabile dell’economia, in particolare per il livello dei prezzi e della disoccupazione. I primi dati emersi hanno mostrato una frenata nelle vendite di immobili, ai minimi da fine 2015 nonostante la discesa dei prezzi. E non è finita. Nei giorni scorsi proprio la Bank of England ha avvisato sui rischi di una crescita stagnante nel terzo trimestre e quarto trimestre e debole nel 2017.

Cambio strutturale
Sebbene ci vorrà ancora del tempo perché la situazione si assesti e si comincino a registrare le tendenze di medio termine, la Brexit «è un cambio strutturale nel sistema economico e di commercio della Gran Bretagna», ha sottolineato il capoeconomista della Bank of England (Boe), Andy Haldane. In questo contesto il taglio dei tassi di interesse allo 0,25% disposto dalla Banca centrale insieme con l’avvio del programma di acquisto dei titoli pubblici e privati (quantitative easing) può solo alleviare i problemi nel breve termine.

La settimana dei dati
La sterlina innanzitutto: dalla Brexit la sterlina si è svalutata di circa il 14% rispetto all’euro, al minimo da tre anni a 86,7 . Pure rispetto al dollaro la sterlina è in forte calo, -12,5% da inizio anno, e questo sta avvantaggiando gli stranieri negli acquisti di beni di consumo in Gran Bretagna e fa guadagnare terreno alle imprese esportatrici, ma nel contempo fa salire il costo delle importazioni. La sterlina debole potrebbe sotto questo aspetto influenzare al rialzo il tasso di inflazione, atteso adesso allo 0,5% e, anche se in senso contrario gioca l’alleggerimento monetario della Banca d’Inghilterra. Martedì verrà pubblicato il dato relativo al mesi di luglio.
Mercoledì è il giorno dei dati sul mercato del lavoro: la Boe stima che la disoccupazione a luglio sarà salita al 5,5% dal 4,9% di un anno fa. Giovedì è la volta delle vendite al dettaglio: secondo le stime per il momento i consumi terranno, nonostante la disoccupazione in aumento, ma non si sa ancora per quanto tempo. Venerdì arrivano quindi i dati sulla finanza pubblica e da lì si potrebbe cominciare a saperne di più sul piano del governo di Theresa May di stimolo all’economia.

Hedge funds in manovra
Chi ha scommesso pesantemente al ribasso sul pound sono gli hedge funds, spinti anche dalle previsioni di vari economisti che la sterlina arriverà alla parità con l’euro entro 18 mesi. Le vendite contro la sterlina così massicce— sottolinea l’agenzia Bloomberg — sono un record dal 1992, che è l’anno della grande speculazione contro la valuta britannica (e anche contro la lira). La grande scommessa è sulla frenata dell’economia: se accadrà, principalmente causata dall’incertezza sulle future relazioni con l’Unione Europea, la Bank of England dovrà ancora pompare liquidità e questo farà scendere la valuta britannica ulteriormente.

fonte: http://www.corriere.it/economia/16_agosto_...tors_picks=true
 
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