Lotto Previsioni Gratis

Aspettando la crescita

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/3/2014, 14:31     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Manager pubblici, tagli ai maxi stipendi. Per le società quotate retribuzioni giù del 25 per cento


20140329_mor



La data fissata per i tagli è quella del primo aprile. Ma non è il classico «pesce». Il governo Renzi fa sul serio. Gli stipendi dei manager pubblici saranno tagliati. Tutti, compresi quelli delle società quotate o che emettono titoli quotati, come per esempio Poste e Ferrovie, che fino ad oggi erano riusciti ad evitare la tagliola. A calare la forbice, a dire il vero, era stato il governo Monti con la sua «spending review» e ad attuare le misure un decreto approvato dal governo Letta subito prima di Natale. Ma tant’è, nell’ultimo miglio della sforbiciata s’è trovato in carica il governo Renzi. Le società pubbliche non quotate saranno divise in tre fasce di stipendio. La prima prevede il compenso massimo per gli amministratori delegati, pari a quello del primo presidente della Corte di Cassazione: 311 mila euro. A questa retribuzione avranno diritto solo gli a.d. di tre società: Rai (che in realtà ha un direttore generale, Luigi Gubitosi), l’Anas guidata da Pietro Ciucci (che però si è già tagliato lo stipendio a 301 mila euro) e l’Invimit, il fondo immobiliare presieduto dall’ex capo di gabinetto di Tremonti, Vincenzo Fortunato e guidato da Elisabetta Spitz.

AMMINISTRATORI E PRESIDENTI
Il compenso per i presidenti di «prima fascia» sarà più basso: 93.497 euro. La «Fascia 2», invece, prevede che il capo azienda guadagni al massimo 249.326 euro, mentre il presidente non potrà portare a casa più di 74.798 euro. Di questo gruppo fanno parte Coni Servizi, la Consap, la Consip, l’Enav, Eur spa, il Gse, Invitalia, l’Istituto poligrafico, la Sogei e la Sogin. C’è poi una terza fascia di manager pubblici che non potrà guadagnare più di 155.829 euro (46.748 euro i presidenti). Le società che rientrano in questo ultimo gruppo sono Arcus, l’Istituto Luce, Italia lavoro, la Rete autostrade Mediterranee e Studiare Sviluppo.

I SUPER MANAGER
Ma la vera novità sono i tagli alle società quotate o che emettono titoli: scatteranno solo per i futuri manager di Eni, Enel, Poste, Ferrovie, Terna, Cdp e saranno del 25 per cento sull’ultima retribuzione. Il successore di Paolo Scaroni all’Eni, dunque, dovrebbe guadagnare circa 4,7 milioni, 1,5 milioni in meno di quanto prende l’attuale numero uno del cane a sei zampe. Per Enel la sforbiciata sarebbe di soli» 540 mila euro, a 1,6 milioni. Ma Fulvio Conti, come ha spiegato nei giorni scorsi, si è già tagliato di circa il 40% lo stipendio del 2013 rispetto a quello del 2012.
La forbice calerà, ovviamente, anche sulle Ferrovie. Nei giorni scorsi Mauro Moretti si era detto pronto a lasciare nel caso in cui gli avessero tagliato lo stipendio. In realtà tra i manager di Stato che guidano società che emettono titoli, lo stipendio di Moretti è tra i più bassi, 843 mila euro. Quello del suo successore si fermerà poco sopra i 630 mila euro. Non è nemmeno detto che questo sia l’ultimo taglio ai compensi dei super-manager. Il governo Renzi starebbe lavorando anche all’ipotesi di mettere un tetto più basso anche per loro, magari inserendo nello statuto delle società un rapporto massimo tra lo stipendio dell’amministratore e lo stipendio medio dei dipendenti.

20140329_66058_TAGLI



fonte: http://economia.ilmessaggero.it/economia_e...ti/600150.shtml
 
Web  Top
view post Posted on 8/6/2014, 19:52     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Crisi, aspettando la crescita ad aumentare è la ricrescita



Le donne italiane e il parrucchiere: un rapporto che risente pesantemente delle attuali difficoltà economiche. Dal Cosmoprof, il salone bolognese della cosmetica, i conti in tasca al settore

In tempi di crisi le italiane vanno sempre meno dal parrucchiere. La frequentazione media è passata da una volta ogni 33 giorni del 2012 ad una volta ogni 45, nell'arco del 2013. "Le donne mostrano la ricrescita molto più facilmente, oppure provano le colorazioni casalinghe anche sbagliando tonalità o tecnica per applicarle", commenta dal Cosmoprof, Gian Andrea Positano, segretario della Camera italiana dell'acconciatura.

"La contrazione dei consumi nei saloni di acconciatura nel 2013 è stata pesante, con un calo dell'8,4% del consumo dei prodotti professionali, per un valore poco superiore ai 590 milioni di euro, mentre l'acquisto delle tinture e delle schiume colorate per capelli 'fai da te' è aumentato leggermente dello 0,6%, con 251 milioni di euro di spesa", sottolinea ancora Positano.

"La crisi però non coinvolge tutti i saloni di acconciatura - precisa l'esperto -. Hanno successo coloro che adottano una politica di servizi di qualità abbinati ad offerte e sconti e che instaurano un rapporto post-piega con le clienti, anche attraverso internet e i social media, attraverso i quali comunicare promozioni e nuove iniziative".


fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/...scita-82900867/
 
Web  Top
view post Posted on 18/10/2014, 14:30     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Confindustria: anche per quest'anno sarà recessione. "Un rebus l'efficacia delle misure del governo"


145748705-48301bc1-a77f-479f-aa35-28b92c2c32cb


Il Centro studi di viale dell'Astronomia rivede le stime: -0,4% per il Pil 2014, poi solo +0,5% l'anno prossimo. Manca lavoro a 7,8 milioni di persone. Prezzi al palo, investimenti ancora giù e consumi in timida ripresa. Al premier: "Partire dalla riforma del lavoro", ma nella Stabilità c'è il "rischio di tagli lineari"

Peggiorano le previsioni per l'economia italiana, che salterà l'appuntamento con la ripresa anche quest'anno. Dopo la doccia gelata dell'Ocse, è la volta del Centro studi di Confindustria (Csc) che ha tagliato nuovamente le stime del Pil: nel 2014 calerà dello 0,4% contro il +0,2% calcolato a giugno scorso. Dimezzate le stime per il 2015: il recupero ci sarà, ma il pil crescerà solo dello 0,5% (dal +1% precedentemente stimato). Non va meglio per quanto riguarda l'occupazione e l'andamento dei prezzi. Il mercato del lavoro, in Italia, resta infatti debole: sono 7,8 milioni le persone a cui manca il lavoro, totalmente o prazialmente.

"Pesano le pressioni deflazionistiche che piegano all'ingiù la dinamica dei prezzi", spiega il Csc: quelli al consumo aumenteranno dello 0,3% quest'anno e dello 0,5% il prossimo, è la stima. Secondo il rapporto i consumi delle famiglie sono visti in aumento in entrambi gli anni +0,1% nel 2014 e +0,5% nel 2015, mentre gli investimenti calano ancora nel 2014 (-2,3%) e ripartono nel 2015 (+0,8%), con l'1,4% dei macchinari e dei mezzi di trasporto. Anche l'occupazione è prevista di nuovo in discesa quest'anno (-0,6%), per poi risalire il prossimo +0,2%; il tasso di disoccupazione rimarrà stabile ai livelli già raggiunti all'inizio del 2014 (12,5%).

Passando all'analisi 'qualitativa', della situazione economica in questo settembre, per Confindustria "rimane un rebus, che il tempo presto risolverà, capire se le misure espansive adottate dal governo prima dell'estate siano efficaci". L'obiettivo della Legge di Stabilità dovrebbe essere di "rafforzarle operando su cuneo fiscale e investimenti pubblici e privati". Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, "occorre un'azione più decisa su tutte le leve di politica economica: moneta, credito, bilancio pubblico, cambio, riforme".

Quanto agli impegni già presi, Confindustria stima che la Legge di Stabilità 2015 dovrà recuperare risorse per finanziare una serie d'impegni già previsti: per il 2015 restano da reperire 15,9 miliardi, 21 miliardi per il 2016 e 25,6 per il 2017. "Si tratta di somme consistenti - osservano da viale dell'Astronomia - che i tagli di spesa indicati nell'ambito della spending review (17 miliardi nel 2015 e 30 nel 2016), al netto di quelli già deliberati, non sono, per l'anno prossimo, sufficienti a coprire". Secondo il Csc "è perciò elevato il rischio di coperture più tradizionali", come l'aumento delle tasse o i tagli lineari. Quest'anno, in ogni caso, il deficit/Pil è visto al 3%, poi al 2,9% nel 2015, mentre il debito pubblico salirà al 137% quest'anno dal 132,6% del 2013 per portarsi al 137,9% il prossimo anno.

Parlando invece di riforme strutturali, la priorità va a quella del mercato del lavoro: "Il fulcro delle riforme economiche resta il mercato del lavoro, nei vari aspetti: flessibilità, semplificazione delle procedure, ammortizzatori contro il rischio di disoccupazione, cuneo fiscale-contributivo, dinamica retributiva, formazione". Il lavoro "è il perno del funzionamento di ogni sistema economico. Tutto ciò che ne facilita l'impiego e che ne arricchisce le competenze - spiega il Csc - aumenta il potenziale di sviluppo, anche civile, della società. Così si aiuterebbe, inoltre, ad arrestare l'emigrazione di giovani verso l'estero; decisione che depaupera il capitale umano".


fonte: http://www.repubblica.it/economia/2014/09/...049/?ref=search
 
Web  Top
view post Posted on 21/2/2015, 11:03     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Da Rc auto a notai, ecco tutte le novità del Ddl concorrenza


Portabilità Fondi pensione; no notai per casa sotto 100mila euro



Contratti di fornitura di servizi o conti correnti bancari più "trasparenti"; portabilità anche per i fondi pensione e norme pro o almeno 'non a favore' di professionisti vari (dagli ingegneri ai farmacisti fino ai notai). Il Ddl Concorrenza varato dal Cdm spazia su diversi settori del mercato pronto a sbarcare in Parlamento dove, ammette anche lo stesso Matteo Renzi (''in bocca al lupo a tutti''), potrebbe 'impantanarsi'. Come del resto successe con le famose 'lenzuolate' di Bersani. Ma il tentativo è liberare il mercato anche perchè - stima l'Fmi - le liberalizzazioni fanno crescere del 3,3% il Pil in 5 anni. Ecco intanto le norme del testo 'base' che approderanno in Parlamento.

- SCONTO RC AUTO: Obbligo di sconti "significativi" sull'Rc Auto se l'automobilista accetta clausole per il contenimento dei costi o per il contrasto delle frodi come la scatola nera e rilevatori del tasso alcolemico, ispezioni preventive dei veicoli e il risarcimento presso officine convenzionate. Obbligo di indicare i testimoni entro il momento della denuncia in caso di incidenti con soli danni alle cose, la possibilità di recesso dalle polizze accessorie allo scadere della polizza principale.

- FONDI PENSIONE PORTABILI: Piena portabilità per i lavoratori dei propri contributi pensionistici, eliminando la possibilità per i contratti di lavoro nazionali di inserire vincoli e condizioni anche in relazione alla quota di spettanza del datore di lavoro. Rimosso anche il vincolo, per il fondo di trovare sottoscrittori solo all'interno della categoria professionale di riferimento.

- CELLULARE, PAY TV, WEB, STOP PENALI RECESSO: Semplificate le procedure di identificazione dei clienti per la migrazione e trasparenza sulle penali in caso di recesso anticipato dal contratto.

- POSTE, NO RISERVA: Stop alla riserva di Poste sulla spedizione degli atti giudiziari e delle notifiche di sanzione dalla Pa.

- ELETTRICITA', GAS, CARBURANTI: Per il gas prevista la graduale eliminazione della "tutela" a decorrere dal 2018 nel mercato domestico; per l'energia elettrica è prevista anche la graduale restrizione dell'attuale perimetro di tutela mentre per i carburanti si vietano (in particolare alle Regioni) norme per limitare l'accesso di nuovi soggetti.

- BANCHE 'TRASPARENTI': Meno difficile chiudere un conto corrente. I costi delle chiamate per l'assistenza ai clienti non potranno superare le tariffe per l'ordinaria chiamata urbana; saranno introdotti strumenti di comparabilità delle offerte di servizi; un sito Internet dovrà garantire la trasparenza nella vendita di polizze assicurative accessorie ai finanziamenti e ai mutui.

- AVVOCATI, PREVENTIVO OBBLIGATORIO: Si elimina il vincolo di appartenenza ad una sola associazione professionale, si introduce l'obbligo di presentare un preventivo (oggi solo su richiesta dell'assistito) e consente le società multiprofessionali e l'ingresso di soci di capitali.

- NO NOTAI PER CASA SOTTO 100MILA EURO: Vengono ridotti gli atti per i quali è richiesta l'autentica notarile e si individuano i casi nei quali questa può essere concessa anche da altri soggetti come avvocati e commercialisti. In questo modo sarà consentito anche ad altri professionisti di redigere atti per transazioni immobiliari di modesta entità (sotto i 100.000 euro) e relative ad unità immobiliari non ad uso abitativo.

- INGEGNERI: Le società di ingegneri potranno assumere commesse da privati superando una disciplina oscura e anacronistica risalente agli anni '40.

- FARMACIE: Viene eliminato il limite di titolarità di 4 licenze in capo ad un unico soggetto e viene consentito l'ingresso di soci di capitale.

fonte:http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/02/20/ansa-scheda-da-rc-auto-a-notai-ecco-le-novita-ddl-concorrenza_a68be57c-6c25-4df2-9794-b25d3e60367b.html
 
Web  Top
view post Posted on 21/3/2015, 17:15     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Cosa cambia col Jobs Act


Come cambiano i contratti a tempo indeterminato? E gli ammortizzatori sociali? Un'infografica ci aiuta a fare chiarezza sulle novità introdotte dai due decreti legislativi approvati dal governo in materia di lavoro

Il 20 febbraio 2015 il Governo Renzi ha approvato in via definitiva due decreti legislativi che cambiano il mondo dei contratti a tempo indeterminato, introducendo le tutele crescenti. Inoltre vengono riscritte le regole per gli ammortizzatori sociali: si introduce la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego che sostituisce l’Aspi e la mini Aspi introdotte con la legge Fornero. Sarà accessibile a tutti coloro che perderanno il lavoro a partire da maggio 2015.
Ecco un'infografica elaborata da Adecco, che ci aiuta a visualizzare immediatamente i punti principali della riforma.

47ef88a0-cef4-11e4-868c-1d7855a3cb68_Adecco_2015_infog_JobsActTuteleCrescentiStabilit-

 
Web  Top
view post Posted on 31/8/2015, 20:51     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Stabilità 2016: Iva, fisco imprese e pensioni. Così la manovra


manovra_2016_367



Legge di Stabilità 2016, i lavori per la predisposizione del Disegno di legge sono avviati. Prima si chiamava "manovra Finanziaria" e, come ogni anno, è il tormentone economico di rilevanza nazionale, che ci accompagnerà duante tutto l'autunno. Riforma delle pensioni e taglio delle tasse per favorire la ripresa (rivolto sia alle imprese che agli immobili) sono gli argomenti più caldi, su cui si concentrano le principali attenzioni del mondo politico e dei cittadini. Vediamo come si configurano i provvedimenti chiave e i possibili impatti sulle tasche degli italiani.

UNA MANOVRA DA 25 MILIARDI
Si profila un provvedimento pesante, da almeno 25 miliardi (considerando solo le spese obbligatorie), che conterrà nuove misure per sfidare l'andamento del Pil, mantenutosi al di sotto delle aspettative nel secondo trimestre (+0,2%) 2015. Ci dovrebbero essere l'abolizione della Tasi sulla prima casa e dell'Irap agricola, insieme a una nuova riduzione delle tasse sul lavoro e altri interventi fiscali. Ma come sempre bisognerà trovare le coperture adeguate, puntando su una massiccia spending review e facendo leva anche sui margini di flessibilità del deficit da concordare con l'Europa.

PENSIONI
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha avanzato delle proposte per modificare la previdenza, puntando su una "flessibilità sostenibile" per permettere l'uscita dal mondo del lavoro con un assegno più basso. Sarebbe un cambiamento di rilievo che potrebbe aprire la strada al reddito minimo garantito per gli over 55. Le ipotesi al vaglio sono sostanzialmente tre: consentire un’uscita dal lavoro col calcolo della pensione interamente contributivo; “prestito pensionistico” per favorire l’uscita dal lavoro con alcuni anni di anticipo grazie a un “prestito previdenziale” pari alle annualità di contribuzione mancanti; pensione anticipata con penalizzazione percentuale.

IMU E TASI
Dal palcoscenico del meeting di Comunione e Liberazione e, successivamente, a Pesaro il Premier Matteo Renzi è tornato a parlare di un taglio delle imposte locali, in particolare dell'abolizione della TASI e dell'IMU, che gravano pesantemente sui bilanci familiari degli italiani. A 24 ore dall'annuncio di Renzi, il taglio è stato confermato anche dal ministro Pier Carlo Padoan che ha però precisato "È bello poter abbattere domani, le tasse di 50 miliardi: la vera questione è come si abbattono in modo credibile, come si finanzia questo abbattimento". Come a dire, si può fare a patto di coperture garantite.

IVA: REGIME DEI MINIMI
Il nuovo regime agevolato (o regime forfettario, introdotto con la L. di Stabilità 2015) si è rivelato poco appetibile per coloro interessati ad aprire una partita Iva cosiddetta "povera", dimostrando quanto fosse più conveniente regime dei minimi 2014 (prorogato solo fino al 31 dicembre 2015). La prima modifica dunque dovrebbe prevedere un’estensione temporale del regime dei minimi per ulteriori due anni, rivolto ai contribuenti che hanno avviato l’attività nel periodo di imposta 2015. Pertanto l'aliquota dell'imposta sostitutiva dovrebbe tornare ad essere quella del 5% (e non del 15%, come prevista dall'attuale regime forfettario).
Un secondo intervento volto ad 'addolcire' il regime forfettario dovrebbe veder abrogati i limiti differenziati dei compensi/ricavi a seconda della diversa tipologia di attività per accedere al regime agevolato. Tra le ipotesi contemplate vi è l’applicazione del "vecchio" limite pari a 30.000 euro per tutti i soggetti (indipendentemente dall’attività esercitata), consentendo di estendere considerevolmente il numero dei contribuenti abilitati.

ESTENSIONE IVA PER CASSA
Un altro importante provvedimento in discussione, che riguarda le imprese, prevede la possibilità, per le società di persone e le ditte individuali in contabilità semplificata, di usare il criterio di cassa in deroga al criterio di competenza. Ovvero, la possibilità di aderire in modo generalizzato al criterio di cassa, contabilizzando le entrate e le uscite monetarie al momento dell'effettiva percezione o corresponsione del saldo economico.

TASSE SULLE IMPRESE
Alleggerire il peso del fisco che grava sui lavoratori e sulle imprese, soprattutto per la pmi, è uno degli obiettivi della manovra 2016 (ormai si può definire un leit motiv delle misure in ambito economico). "Nel 2017 giù Ires e Irap", ha annunciato il Matteo Renzi da Rimini. Intanto i tecnici sono al lavoro per delineare i prossimi interventi. Oltre all'auspicato abbattimento delle imposte attraverso una combinazione della riduzione delle aliquote e dell'allargamento della base imponibile (l'opzione più percorribile), si delinea l'ipotesi di un accorpamento delle due (IRES e IRAP) in un'unica imposta sui profitti di impresa.
Potrebbe essere istituita la cosiddetta imposta dell'imprenditore (Iri): il reddito d'impresa sarebbe tassato al 27,5%, come l'Ires, senza più essere colpito dall'Irpef. In questo modo tutte le imprese saranno tassate con la stessa aliquota, indipendentemente dalla forma giuridica.

fonte: http://www.quifinanza.it/9782/tasse/l-stab...-manovra.html#1
 
Web  Top
view post Posted on 25/4/2016, 08:51     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Crescita, il Pil aumenta poco ma soprattutto male: poco export e consumi fermi, molte scorte di magazzino



renzi-6753


Con una domanda interna ed estera deboli, la produzione rallenterà per smaltire le scorte accumulate, con riflessi negativi su occupazione, redditi e domanda interna, esercitando anche un’azione depressiva sui prezzi. E anche ammettendo che si proceda a un ritmo dell’1% l’anno bisognerà attendere il 2024 per tornare ai livelli pre-crisi

Il Pil nel 2015 è aumentato in Italia dello 0,8% in volume e dell’1,5% in termini nominali, ossia se si tiene conto anche della variazione dei prezzi. Il primo valore è utilizzato per misurare la crescita della quantità e qualità della produzione; il secondo si prende a base per una valutazione standard di alcune grandezze caratteristiche (il deficit, il debito pubblico, la pressione fiscale, ecc.).

Cosa c’è dietro quello zero virgola - Nel dibattito seguito alla diffusione dei dati, è stata messa in evidenza la debolezza della crescita italiana in rapporto a quella delle altre principali economie (+2,4% negli Stati Uniti, +2,2% nel Regno Unito, +1,7% in Germania, +1,2% in Francia) e le difficoltà che stanno emergendo nel recuperare le pesanti perdite accumulate negli ultimi anni. Procedendo a un ritmo dell’1% l’anno, bisognerà attendere il 2024 per tornare ai livelli pre-crisi del 2007. È stato, tuttavia, in gran parte trascurato un aspetto affatto secondario: la qualità della crescita. Attraverso la scomposizione della variazione del Pil in volume, è possibile ricavare un’informazione fondamentale non solo per chiarire il quadro macroeconomico attuale, ma anche per sapere cosa ci aspetta nell’immediato futuro. Analizzando i contributi alla crescita, nel 2015 in Italia si è importato (+1,6%) più di quanto si è esportato (+1,3%) con un saldo netto con l’estero negativo (-0,3%); si è consumato poco (+0,5%) e investito quasi per nulla (+0,1%), con la conseguenza che la produzione in eccesso è andata ad aumentare le scorte di magazzino (+0,5%). E l’eredità lasciata al 2016 potrebbe rivelarsi pesante. Con una domanda interna ed estera deboli, la produzione rallenterà per smaltire le scorte accumulate, con riflessi negativi su occupazione, redditi e domanda interna, esercitando anche un’azione depressiva sui prezzi.

In Germania le cose sono andate in tutt’altro modo. Pur non avendo quest’anno particolarmente brillato (+1,7%), i consumi delle famiglie sono aumentati dell’1%; si è utilizzata la leva pubblica (+0,5%) grazie all’assenza di deficit e le scorte sono diminuite (-0,4%). Anche nel medio periodo il confronto appare impietoso. Rispetto al 2007 il Pil italiano è diminuito dell’8,3%, mentre quello tedesco è aumentato del 7,1%. Nei lunghi anni della crisi, la domanda nazionale nostrana è stata fortemente negativa, sia per quanto riguarda i consumi (privati e pubblici) sia per gli investimenti fissi lordi.

Giocare con i dati: le continue correzioni - In questo quadro strutturalmente affatto rassicurante, trova spazio anche la questione della revisione dei numeri già diffusi in via provvisoria e sistematicamente ridotti che negli ultimi anni ha avuto carattere sistematico, con l’effetto di amplificare in positivo – anche se in misura marginale – il dato più recente. Rispetto alla prima stima, il Pil nominale del 2012 e 2013 è diminuito di quasi 15 miliardi di euro (-0,9%) e quello del 2014 di 4,2 miliardi (-0,3%). La riduzione ha riguardato sia il deflatore (i prezzi sono aumentati meno di quanto detto inizialmente), sia la crescita reale. Ha destato particolare interesse la revisione dei consumi delle amministrazioni pubbliche del 2014, passati da 314,5 a 312,5 miliardi di euro. Contemporaneamente all’Istat, il ministero dell’Economia e delle Finanze il 1° marzo scorso ha ampiamente modificato il fabbisogno dello Stato per il biennio 2014-2015. Rispetto ai dati precedentemente pubblicati (l’ultimo quello di dicembre 2015 era stato diffuso appena 15 giorni prima), sono stati resi noti numeri completamente diversi. Il saldo del fabbisogno dello Stato per il 2014 si ridimensiona da 77 a 75,4 miliardi di euro, mentre nel 2015 passa da 59,5 a 60,3 (+0,8 miliardi). Ma a diminuire fortemente sono sia gli incassi (di 63 miliardi nel 2014 e 51 nel 2015) che i pagamenti (di 65 miliardi nel 2014 e 50 nel 2015).

Ministero e Ragioneria avari di spiegazioni - Il Mef e la Ragioneria Generale dello Stato (sul cui sito è consultabile la nuova serie storica dal 2008) al riguardo sono stati avari di spiegazioni, anche se sembra potersi desumere che i radicali cambiamenti possano avere a che fare con “il perimetro al quale i dati si riferiscono”, ovvero l’elenco delle amministrazioni pubbliche classificate nel sotto-settore delle amministrazioni centrali dello Stato. Un aiuto all’interpretazione dei numeri, che ormai si susseguono con cadenza pressoché quotidiana, sarebbe stato gradito anche in occasione del rilascio delle entrate tributarie per il 2015 da parte del Dipartimento delle Finanze. Il gettito erariale (imposte dirette e indirette) e territoriale, registrato secondo il criterio della competenza giuridica è aumentato del 3,4%, laddove l’Istat – che invece considera la competenza economica – registra un più contenuto 0,6%. Con l’apparente paradosso che lo scorso anno gli italiani hanno pagato 16,5 miliardi di euro di tasse in più, ma la pressione fiscale è diminuita. In questa girandola di cifre ben pochi ormai si raccapezzano, mentre, invece, sarebbe meglio per tutti avere sotto gli occhi un quadro chiaro e non contraddittorio.

Da Il Fatto Quotidiano del 16/03/2016
 
Web  Top
view post Posted on 30/4/2016, 10:51     +1   -1
Avatar

Amministratore

Group:
Founder
Posts:
110,708
Location:
LECCO

Status:


Lavoro, Cgia: tasso di occupazione in Italia tra i più bassi in Ue


C_2_articolo_3005845_upiImagepp


Peggio di noi solo Croazia e Grecia. A livello territoriale è il Mezzogiorno a presentare le maggiori difficoltà

Nonostante gli ultimi dati sulla disoccupazione diffusi dall'Istat dicono che le cose stanno migliorando, l'Italia continua a registrare dei ritardi occupazionali molto preoccupanti. Lo denuncia la Cgia di Mestre, sottolineando che tra i 28 Paesi dell'Ue solo Croazia (55,8%) e Grecia (50,8%) presentano un tasso di occupazione più basso di quello italiano (56,3%). Nel nostro Paese i lavoratori dipendenti più gli autonomi sono circa 22 milioni e 500mila.

Sud Italia ha meno occupati della Grecia - Il Sud Italia, sottolinea la Cgia, ha meno occupati della Grecia. Dall'inizio della crisi abbiamo perso 625.600 posti di lavoro, anche se tra il 2014 e il 2015 ne abbiamo recuperati 186.500. Al netto di disoccupati, scoraggiati e inattivi emerge che in Italia la platea degli occupati registra un gap di 17,7 punti percentuali con la Germania, di 16,4 punti con il Regno Unito e di 7,9 punti con la Francia.

Il tasso di occupazione è ottenuto rapportando il numero degli occupati presenti in un determinato territorio e la popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni. In buona sostanza, questo indice consente di misurare il livello di occupazione presente in una nazione.

"Quando analizziamo i dati riferiti al mercato del lavoro - afferma il coordinatore delluUfficio studi della Cgia Paolo Zabeo - l'attenzione è quasi sempre rivolta all'andamento del tasso di disoccupazione. In realtà il tasso di occupazione è più importante, perché lega questo indice a doppio filo con il livello di produzione di ricchezza di un'area. In altre parole, tra il numero di occupati e la ricchezza prodotta in un determinato territorio c'è un rapporto diretto. Al crescere dell'uno, aumenta anche l'altra".

Gap maggiore nel tasso di occupazione femminile e giovanile - Se dal confronto con il tasso di occupazione medio dell'Unione europea il nostro Paese sconta un differenziale di 9,3 punti percentuali, nel tasso di occupazione femminile (pari in Italia al 47,2 per cento) lo scarto con la media Ue è di 13,2 punti, mentre in quello giovanile (attestatosi nel 2015 al 15,6 per cento), è di 17,5 punti percentuali.

Maggiori difficoltà occupazionali al Sud - A livello territoriale è il Mezzogiorno a presentare le maggiori difficoltà. Quasi tutte le regioni registrano un tasso di occupazione inferiore addirittura a quello greco: la Sardegna, ad esempio, presenta 0,7 punti percentuali in meno rispetto al dato medio di Atene, il Molise 1,4, la Basilicata 1,6, la Puglia 7,5, la Sicilia 10,8, la Campania 11,2 e la Calabria 11,9.

fonte; http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/la...5-201602a.shtml
 
Web  Top
anton777
view post Posted on 30/5/2017, 17:23     +1   -1




da domani la borsa sale
 
Top
23 replies since 20/4/2013, 21:15   603 views
  Share